sabato 5 maggio 2012

Musica per i nostri occhi


In occasione della mostra dedicata alle Avanguardie Russe (Roma, Museo dell’Ara Pacis dal 5/04 al 2/09 2012) viene qui presentata un’opera del grande artista russo Kandinskij chiamata Mosca. Piazza Rossa, che può essere considerata come il simbolo di un percorso espositivo, assolutamente consigliato, in cui protagonisti assoluti sono i colori e l’energia che sono in grado di trasmettere.

                                                        L'immagine è presa da Google

Il colore è un mezzo di esercitare sull’anima un’influenza diretta. Il colore è un tasto, l’occhio il martelletto che lo colpisce, l’anima lo strumento dalle mille corde.

Questa frase contiene tutta la poetica di Vasilij Vasil’evich Kandinskij, uno dei pittori più importanti dell’Astrattismo, nato a Mosca il 4 dicembre del 1866. Nelle grandiosi opere realizzate nel corso della sua vita, un elemento spicca più degli altri: il colore. Esse sono vere e proprie esplosioni cromatiche, ove il disegno, e soprattutto le figure, cedono sempre più il passo a rappresentazioni che si basano solo sulla potenza del colore per raggiungere degli obiettivi ben precisi: le corde dell’anima. Il colore consente infatti di esercitare un influsso diretto sull’anima e dipingere, per Kandinskij, non voleva dire rappresentare il mondo così come lo si vede, poiché in tal modo l’unico senso ad essere stimolato è la vista, con l’effetto di provocare delle reazioni nello spettatore puramente superficiali e di breve durata. Per colpire l’anima non servono le forme che appartengono al mondo del visibile, ma occorrono i colori. L’arte, per Kandinskij, doveva comunicare spiritualità e per farlo bene era necessario abbandonare la rappresentazione realistica del mondo. Dipingere era per Kandinskij un’arte simile alla musica poiché entrambe trasmettono emozioni senza rappresentare la realtà; l’unica differenza sta nei mezzi dato che il musicista compone le note, mentre l’artista ha a disposizione i colori e le forme. L’opera qui presentata, chiamata Mosca. Piazza Rossa e risalente al 1916, contiene tutta la poetica di Kandinskij; seppur non venga completamente abbandonato l’uso della forma, sono infatti riconoscibili anche se semplificati le torri del Cremlino, edifici e figure umane, cioè che colpisce maggiormente sono proprio i colori, intensi e non casuali, dato che ognuno di essi era associato da Kandinskij ad un particolare significato e ad uno specifico strumento musicale; il giallo ad esempio è pieno di energia ma privo di profonde emozioni ed è associato ad una tromba, il rosso è caldo, vivace, intenso ed è paragonato al suono di una tuba, il blu è il colore del cielo, è profondo e associato al suono del violoncello. Sono questi i colori maggiormente visibili in quest’opera, vera e propria musica per i nostri occhi.

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