venerdì 6 aprile 2012

Il miracolo dello schiavo secondo Tintoretto

In occasione della mostra dedicata a Tintoretto presso le Scuderie del Quirinale di Roma (25 febbraio - 10 giugno 2012) sono qui riportate alcune osservazioni su un'opera esposta, ma generalmente conservata presso le Gallerie dell'Accademia di Venezia, chiamata il Miracolo dello schiavo, realizzata per la Scuola Grande di San Marco e risalente al 1548.


Miracolo dello schiavo - L'immagine è presa da Google

Incredulità, stupore, meraviglia…. Quali altre reazioni si potrebbero provare di fronte ad un miracolo? In effetti la folla protagonista dell’evento esprime perfettamente tutto ciò grazie a un’intensa gestualità, una profonda espressività ed a una disposizione dei personaggi che, meravigliati da quanto stanno assistendo, si dispongono intorno ad un personaggio chiave della storia: uno schiavo. Ma è San Marco, mostrato in volo, con la veste mossa dal suo movimento e una luce divina che gli circonda il capo, il vero protagonista, l’autore del miracolo grazie al quale lo schiavo, in procinto di essere martirizzato proprio per aver venerato le reliquie del Santo, viene reso invulnerabile alle torture a cui viene sottoposto: rottura delle gambe e accecamento. Il tutto è superbamente realizzato da un grande artista, Jacopo Robusti detto Tintoretto (1519-1594), Il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura’ come lo definì Giorgio Vasari.
Figlio di un tintore di panni di origine lucchese, Tintoretto è stato uno dei più grandi e vivaci pittori veneziani della seconda metà del Cinquecento, ed è proprio grazie a tale opera d’arte, risalente al 1548, che riceve la sua consacrazione come protagonista della scuola locale. Venne realizzata per la Scuola Grande di San Marco, la sede di una confraternita di Battuti, così definiti poiché alcuni di essi praticavano la flagellazione, dediti all’assistenza e alla beneficenza e soprattutto alla gestione di ospedali, insieme ad altre opere come il Trafugamento del Corpo di San Marco (1562-1566). La figura di San Marco, martirizzato nella zona di Alessandria sotto l’imperatore Traiano (53-117), è fortemente legata alla città di Venezia, sin da quando  le sue reliquie furono qui portate intorno all’ 828 da due mercanti della città divenendo il suo Santo Patrono, sostituendo San Todaro.
Il Miracolo dello schiavo racchiude tutte le peculiarità dello stile del Tintoretto; i colori, in particolar modo, appaiono vivaci e tutta la composizione si basa proprio su di essi,  richiamando quella ricchezza cromatica caratterizzante la tradizione della scuola veneta.  La corposa stesura riesce quasi a farci immaginare i materiali di cui sono costituite le vesti, modellate da un intenso chiaroscuro. I corpi appaiono monumentali, caratterizzati da torsioni e muscolature esaltate da intensi movimenti  ed evocano quella "maniera moderna"che richiama la pittura di Michelangelo.

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