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Miracolo dello schiavo - L'immagine è presa da Google |
Incredulità, stupore, meraviglia…. Quali altre reazioni si
potrebbero provare di fronte ad un miracolo? In effetti la folla protagonista
dell’evento esprime perfettamente tutto ciò grazie a un’intensa gestualità, una
profonda espressività ed a una disposizione dei personaggi che, meravigliati da
quanto stanno assistendo, si dispongono intorno ad un personaggio chiave della
storia: uno schiavo. Ma è San Marco, mostrato in volo, con la veste mossa dal
suo movimento e una luce divina che gli circonda il capo, il vero protagonista,
l’autore del miracolo grazie al quale lo schiavo, in procinto di essere
martirizzato proprio per aver venerato le reliquie del Santo, viene reso
invulnerabile alle torture a cui viene sottoposto: rottura delle gambe e
accecamento. Il tutto è superbamente realizzato da un grande artista, Jacopo
Robusti detto Tintoretto (1519-1594), ‘Il più terribile cervello che abbia mai avuto la
pittura’ come lo definì Giorgio
Vasari.
Figlio di un
tintore di panni di origine lucchese, Tintoretto è stato uno dei più grandi e
vivaci pittori veneziani della seconda metà del Cinquecento, ed è proprio
grazie a tale opera d’arte, risalente al 1548, che riceve la sua consacrazione
come protagonista della scuola locale. Venne realizzata per la Scuola Grande di
San Marco, la sede di una confraternita di Battuti, così definiti poiché
alcuni di essi praticavano la flagellazione, dediti all’assistenza e alla
beneficenza e soprattutto alla gestione di ospedali, insieme ad altre opere
come il Trafugamento del Corpo di San
Marco (1562-1566). La figura di San Marco, martirizzato nella zona di
Alessandria sotto l’imperatore Traiano (53-117), è fortemente legata alla città
di Venezia, sin da quando le sue reliquie
furono qui portate intorno all’ 828 da due mercanti della città divenendo il
suo Santo Patrono, sostituendo San Todaro.
Il Miracolo dello schiavo racchiude tutte le peculiarità
dello stile del Tintoretto; i colori, in particolar modo, appaiono vivaci e
tutta la composizione si basa proprio su di essi, richiamando quella ricchezza cromatica
caratterizzante la tradizione della scuola veneta. La corposa stesura riesce quasi a farci
immaginare i materiali di cui sono costituite le vesti, modellate da un intenso
chiaroscuro. I corpi appaiono monumentali, caratterizzati da torsioni e
muscolature esaltate da intensi movimenti ed evocano quella "maniera moderna"che richiama
la pittura di Michelangelo.
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